Nuovi approcci formativi dell'itanglese per l'innovazione aperta italiana del settore formativo

Fabrizio Fantini • apr 15, 2021

L’innovazione aperta è un approccio che nell'Italia onlife chiede al settore educativo e formativo italiano di individuare nuove modalità per quella che in Italia è ancora definita formazione dei docenti, ma in Europa viene definita come pratica di apprendimento esperienziale cooperativo tra il corpo docenti e quello dei discenti.

La RE.N.Is.A., il MI e le Reti innovative lanciano per la prima volta in Italia la sfida definita con un anglicismo “Hack” rivolto al corpo docenti [tralasciando il ruolo di coloro che oggi partecipano e organizzano hackathon nel mondo virtuale] 
Destinazione del primo Hack italiano: 70 docenti in tutta Italia, i primi che invieranno l'adesione tramite compilazione del form disponibile al seguente link:
https://forms.gle/BjEBiABisbYSTnX46 saranno selezionati per partecipare all'HACK FOR FARM.
Scadenza il 19 aprile, ore 12.00.
Sarà data precedenza ad un docente a tempo indeterminato per istituto e solo in subordine al secondo pervenuto. Il primo progetto italiano che prevede la partecipazione ad un HACK attraverso un modulo di partecipazione online, ma quanti docenti italiani sono al corrente del significato del termine inglese HACK, non traducibile in italiano?

Gli sviluppatori e informatici del nostro ecosistema INNOVABILITA ci ricordano il significato corretto dell'anglicismo: hack è un codice sorgente determinato grazie alla fantasia e creatività di uno sviluppatore che modifica il funzionamento di un software già esistente. Qual è lo scopo dell'attività degli hack? Alcuni hack sono utilizzati per forzare i programmi, altri per violare l'accesso ("bucare") o la sicurezza, fare reverse engineering, per trovare degli errori, comportamenti imprevisti di un programma. Alcuni hack sono eleganti, funzionali ed efficienti, trovano la soluzione a un problema in modo più veloce o impiegando minori risorse. Questa tipologia di hack cerca di migliorare il rendimento di un algoritmo e sfruttare meglio le potenzialità di una infrastruttura informatica: questa è la funzione che prediligiamo.
Altri hack sono inefficienti ma efficaci per "intaccare" ( modificare ) un programma. Lo scopo dell'hack può essere lecito o illecito. L'hack per correggere il malfunzionamento di un software è lecito (cd patch o "pezza" ). Oggi sul web si tratta dell'hacking solo per indicare le violazioni della sicurezza di sistemi informativi illegali, per raccontare la vulnerabilità dei sistemi in cloud computing di quelle aziende che sino ad oggi non hanno dato molta importanza alla sicurezza dei sistemi informatici aziendali. 

l termine hacker deriva dall’inglese to hack che significa tagliare o fare a pezzi. Chi compie “questi tagli” riprendendo la definizione del vocabolario Treccani, viene definito un “hacker” - tagliere? Colui che fa a pezzi? Come lo traduciamo in italiano? Un eseprto informatico che grazie alle proprie conoscenze è in grado di penetrare abusivamente in una rete di calcolatori per utilizzare dati e informazioni in essa contenuti, per lo più allo scopo di aumentare i gradi di libertà di un sistema chiuso e insegnare ad altri come mantenerlo libero ed efficiente: NON DI VIOLARLO.
Esclusi gli ambiti dei maker, dei gamer, in ambienti S.T.E.A.M. Il concetto di hack e di di hackathon non crediamo sia molto chiaro per gli italiani: ecco perché abbiamo voluto condividere la nostra opinione in italiano. Hack non vuol dire “[ottenere] accesso non autorizzato” (hacking e hackeraggio) ma “programmare velocemente, in modo poco raffinato ma efficace” (verbo) o “pezzo di codice che risolve rapidamente un problema, anche se in modo grossolano” (sostantivo), “accrocchio” e kluge, più in generale “soluzione raffazzonata ma efficace” con cui hack viene usato sempre più spesso in contesti non informatici, e il modello del primo HACK FOR FARM è il primo in Italia descritto con anglicismi.
Per noi un hackathon rappresenta un evento che può durare più giorni e a cui partecipano numerose persone con competenze diverse per realizzare un programma/progetto informatico collaborativo. In inglese l'espressione è formata da hack con l’elemento formativo athon.
L’elemento formativo -(a)thon, da marathon, in inglese è un cosiddetto libfix. Conferisce il senso figurato di “maratona” per descrivere un’attività o un evento che ha una durata di tempo prolungata oppure viene svolto su larga scala per raggiungere uno scopo preciso, di solito una raccolta fondi a scopo benefico. Esempi classici in Italia sono telethon (da tele–, fatto a distanza), readathon (maratona di lettura), danceathon (di danza), swimathon (di nuoto).

Qual è il significato italiano per hackathon in Italia?

HACK FOR FARM è una iniziativa che sembra non prevedere una riga di codice (coding) ma sia una “gara di idee” che ha a che fare con l’imprenditorialità, in questo caso HACK è attribuito un significato diverso da quello reale in inglese . 
Nel sito del MIUR il concetto viene identificato come “sessione dedicata all’analisi, elaborazione, valutazione di dati afferenti attività pubbliche”, che sembra confermare l’ipotesi di nuova accezione Italiana oppure fraintendimento del concetto dovuto ad un analfabetismo funzionale diffuso.
Forse H-ACK va inteso diversamente: in inglese il temine ack è usato solo come onomatopea e non ha alcun significato. Si tratta di giochi linguistici diffusi nelle tecniche di naming (es.: House > Houzz // Hack > H-ACK)”, cioè esempi di grafia digitale tipici dell'analfabetismo funzionale digitale.

siamo abituati ad un uso improprio della terminologia perché non ci domandiamo quale sia la procedura verbale dettata da significanti che costruiscono un nuovo senso linguistico, l'italiano non si pone il problema di interpretare i nuovi codici: H-ACK = hack, stessa pronuncia senza h, per esempio.
Spesso a queste parole aggiungiamo digital, design di soluzioni e non progettazione, mismatching, mentor, per indicare il luogo e altri esempi di itanglese. In ambito data-network, ACK rappresenta spesso un’abbreviazione di acknowledge, riferito alla notifica di ricezione di un pacchetto. ACK, riconoscimento, si usa per indicare una trasmissione da una stazione ricevente a una stazione trasmittente che comunica che i dati trasmessi sono stati ricevuti senza errori. Questo è il nostro approccio: se dobbiamo utilizzare anglicismi per diffondere un'alfabetismo funzionale italiano meglio partire dalla traduzione di termini che hanno significati differenti in base al contesto e all'ambiente di lavoro e di studio in cui vengono inseriti per comunicare e divulgare innovativi processi aperti, partendo proprio dal settore formativo italiano che può ripartire da un nuovo glossario comunicativo che esclude l'itanglese.
Torniamo a far sentire il valore della lingua italiana e il suono dei nostri fonemi. 
Da qui si può avviare una innovazione di processo di quella che abbiamo definito nuova intelligenza economica collaborativa italiana: che cosa ne pensate? 
Si può fare? 
Da qui la trasformazione del paradigma formativo.

#WEB3 #CARBONCREDIT

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